contro mastro ciliegia
Una fidanzata per Leonardo, Genio Gay
Va bene, "è della fiction il fin la meraviglia". Ma inventare un amore femminile, seppur platonico, per Leonardo da Vinci, forse il primo e più famoso artista gay del Rinasciemento (Freud dixit) fa un po' ridere. O meglio, fanno ridere i tic di genere, anche se ribaltati
Di ritorno dai fasti di Sanremo, Matilde De Angelis è planata martedì sera, con tanto di ali, sul Rinascimento versione Rai1 e nella vita di Leonardo. Nella serie fiction (anzi un “crime mistery”, ci tengono a precisare i produttori, sia mai che la confondano con un banale biopic) dedicata al Genio da Vinci. Le ali, dacché Leonardo aveva quel sogno infantile e ossessivo, il nibbio sulla sua culla. Matilde interpreta questa Caterina da Cremona, che nel racconto è amica e amore dell’artista, però platonico: insieme giacciono ma non consumano, e non soltanto perché è una serie Lux Vide. Caterina non c’è prova che sia esistita: ma si sa, è della fiction il fin la meraviglia. Però la cosa che meraviglia di più è un’altra. Sulla scorta delle analisi del buon Freud, e di tanti altri studiosi, una delle poche cose certe che sappiamo dell’uomo Leonardo è la sua omosessualità, per quanto sublimata (secondo Freud). Allora perché mai inventargli un amore femminile? Certo, c’è subito nelle prime scene il processo per sodomia che Leonardo subì a Firenze e un bacio omo ma casto, come si addice a Rai1. Ma in un’epoca tanto attenta alle questioni sessuali, inventare un amore femminile per il più famoso Genio gay della storia è buffo. I tic di genere fanno ridere, anche quando li ribalti nel loro contrario.
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