Contro mastro ciliegia

Il vero problema dietro a S***zi e M***a

Maurizio Crippa

Non fermatevi ai nomi, cercate i mandanti (in senso letterale): se certi personaggi sono quello che sono è perché qualcuno li ha mandati 

Non è per un eccesso di bon ton che preferiamo criptare i nomi di due personaggi pubblici che nello scorso weekend si sono resi protagonisti di performance poco commendevoli, che non è nemmeno il caso di commentare. E’ invece per sottolineare un altro aspetto: esistono altri nomi che, in casi come questi, andrebbero fatti, a chiare lettere. I nomi dei mandanti. Non nel senso criminale o da serie Gomorra che si dà alla parola, ma in senso letterale: se ci sono, è perché qualcuno li ha mandati. S***zi è quel che è perché scrive, spesso insultando gli altri, sul Fatto, perché è un ospite fisso di Cartabianca, perché staziona nel clubino di Lilli Gruber e in altre location di La7, perché l’aveva voluto al Processo del lunedì Enrico Varriale. Non si diventa S***zi se qualcuno non ti manda. Idem quell’altro, M***a, che però è senatore, e quindi lo hanno mandato i suoi elettori, a fare sfoggio di madurismo. Dunque il suo mandante numero uno è il guru Grillo, il maleducato politico per antonomasia. Ma nemmeno Grillo sarebbe diventato quel che è se non l’avesse mandato qualcuno. E tra i mandanti del suo vaffanculismo ci sono i castali Stella & Rizzo, e lo spazio spesso indebito regalato dai tg e dai giornali. Come dicono i pm d’assalto: non fermatevi ai nomi, cercate i mandanti morali. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"