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contro mastro ciliegia

Viva il Mancio dopo il Tg

Maurizio Crippa

Il Ct della Nazionale al Covid asintomatico, ma non si starà a maramaldeggiare su quel post che puzzava di negazionismo, "mi sono ammalato vedendo il tg". Ora il nuovo messaggio del grande campione sarà: non sono Zlatan, ragazzi, ma curatevi anche voi

Si vuole molto bene al Mancio, da queste parti, per quello che ha fatto e per quello che è stato, un diamante luccicante in quella bolgia di ragazzoni in mutande che corrono dietro a un pallone, il più delle volte senza alcuna consapevolezza di sé. E pure ovviamente perché adesso è il cittì della Nazionale, la prima che giochi bene da lunga pezza. Il Mancio è diverso, è cristallo di roccia, è elegante e fragile, a volte eccessivamente umbratile e segue pensieri remoti e tutti suoi. Non si starà quindi qui a maramaldeggiare perché una nota sul sito della Federcalcio ha comunicato che “nell’ambito dei controlli periodici effettuati dalla Figc per i componenti degli staff tecnici delle Nazionali in vista dei prossimi impegni nelle competizioni Uefa, il ct Roberto Mancini è risultato positivo al Covid-19”. Del tutto asintomatico ma quarantenato, va da sé. Non si starà qui a sghignazzare, come subito hanno fatto, “si sarà contagiato vendendo il tg?”, ripescando quello sciagurato post che aveva rilanciato sui social, l’infermiera che chiede “hai idea di come ti sei ammalato?” E l’infetto: “Guardando il tg”. Che puzzava di cazzata negazionista lontano un miglio. Poi lui si è scusato, come uno Zangrillo qualsiasi, e voleva solo segnalare che i media passano più tempo a metterci paura che a darci informazioni. Il che è anche vero. Però ora la sua quarantena asintomatica vale come un nuovo positivo messaggio: ragazzi, io non sono Zlatan, però state attenti pure voi. E date retta ai tg.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"