Contro Mastro Ciliegia

Togliere il fiasco a CR7

Maurizio Crippa

Quelli della vita spericolata come Vasco e i Ferragnez sono diventati i migliori testimonial di responsabilità e mascherina. Invece gli eroi dello sport danno il cattivo esempio, un negazionismo superficiale e annoiato

C’erano quelli della vita spericolata e quelli della musica sgangherata e “me ne frego”, e persino quelli che davano la cattiva influenza ai ragazzini. Insomma c’erano quelli come Vasco, Achille Lauro o i Ferragnez, e pure quegli  antisalutisti per antonomasia dei Rolling Stone. E puf!, benedetto l’assalto della realtà, sono diventati i nostri più amati testimonial della mascherina, del proteggere se stessi perché si vuole bene anche agli altri, del buon esempio dato senza farne una pippa da conferenza stampa della domenica sera. Bravi e grazie. Poi invece c’erano quelli della salute da tutti i pori e del corpo ben curato, mai una birra e manco una cannetta, quelli dei valori positivi e dell’esempio da dare ai giovani. Insomma i divi dello sport. Poi arriva CR7, che fa la quarantena con piscina, e siccome non può giocare una partita contro Messi perché è positivo mette sui social la sua stronzata da negazionista annoiato: “Il tampone è una cazzata”. Evviva. Già ci si era messo il ct Roberto Mancini, postando una vignetta che sembrava scritta dal ghost writer di Trump: “Hai idea come ti sei ammalato? – Guardando i Tg”. Ma poi almeno aveva chiesto scusa, dopo che gliel’avevano domandato con i dovuti modi. Di Ibra non diremo niente, segna più di prima, ma è ovvio che migliaia di ragazzini avranno preso la sua vittoria sul virus come un liberi tutti non ci faremo male. Le prediche non servono, anzi annoiano. Ma in questi casi viene da dire: toglietegli il fiasco. O almeno, per favore, i social.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"