(foto LaPresse)

Contro Mastro Ciliegia

Spazzare la polvere di 5 stelle, ecco la mission impossible

Maurizio Crippa

Prima i romani convivevano con nonchalance con la Hollywood sul Tevere. Ma cinque anni di grillismo hanno fatto perdere la memoria a questa città da cineteca

Non sono bravo come Minuz&Masneri, e a Roma ci sono stato solo da piccolo, in gita con la scuola. Ricordo bene le ex comparse di Ben-Hur vestite da soldati con lo scopetto in testa e le noccioline in mano. Davanti al Partenone, credo. Però una cosa me la ricordo bene, ma proprio bene. I romani hanno avuto una loro cinematografica grandezza, quando convivevano con principesca o popolana nonchalance con la Hollywood sul Tevere. Vedevano sfrecciare Gregory e Audrey sulla Vespa, Ingrid con Rossellini e la Magnani appresso, e ogni sera qualche divo da riportare a letto sbronzo da Trastevere. Ma tanto è caduta in basso, la Capitale (un Oscar a chi indovina per colpa di chi) che ieri è arrivato Tom Cruise, per girare qualche scena del nuovo Mission: Impossible. E i romani, invece di dire: embè? il solito americano a Roma, hanno sbroccato come dei primitivi alla prima apparizione del fuoco.

 

Insulti a se stessi, però: “Tranquillo, gli autobus in fiamme te li diamo noi”, “attenti a non finire in mezzo a una scena spericolata” “ahò, m’hanno fatto fa’ tardi ’sti quattro cornuti della troupe”. Come non avessero più memoria, come non avessero mai visto il cinema, loro che sono Fellini e Cinecittà, e di Hollywood sul Tevere erano i veri re. A tanto l’hanno ridotta, ahimè, questa città da cineteca. Polvere di cinque stelle. Farla resuscitare, se non si tolgono in fretta, quella sì sarà una mission impossible.

 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"