Contro Mastro Ciliegia

Il ritorno di Burioni e i Protocolli dei Savi di Nyon

Maurizio Crippa

Il prof. Burioni rispunta via tweet e dice che "le cose cominciano a mettersi peggio". Fidiamoci di quelli della Uefa: il cugino del virologo come tredicesimo in campo

Il senatore cinque esse Mollame (cognome evidentemente sdrucciolo) aveva i sintomi ma non ha dato peso, rischiando di mettere fuori gioco l’intero Stadio Madama, nel mentre che alcuni sodali suoi volevano abolire il calcio, dopo la povertà, solo perché c’è una pandemia al Genoa. Ma ora rispunta via tweet il prof. Burioni e dice che “le cose cominciano a mettersi male” (forse pensava alla Lazio).

 

In verità il prof. ha detto “cominciano a mettersi peggio”, che è peggio, ma tutti gli online titolano “male”, giusto per confermare l’allarme di @lucasofri sui virgolettati dei giornali. Però: “Le cose cominciano a mettersi peggio. Vi prego, state attenti, mantenete le distanze, portate le mascherine… Il virus è lì fuori, infettivo e nocivo come nella scorsa primavera”. Poi, Lazio o non Lazio, Burioni passa alla metafora calcistica: “È come l’Italia del 2006: ha superato la Germania in semifinale giocando una magnifica partita. Adesso si va in finale dove c’è la squadra più forte del mondo”. Sarà bene fidarsi.

 

 

Ma forse, basterebbe affidarsi con fede agli unici che davvero sanno, i Protocolli del Savi di Nyon. Cioè quelli della Uefa, che hanno il loro castello in riva al Lemano. E hanno stabilito che per giocare basta essere in tredici. Magnifica idea, come quando un socio del calcetto ha la moglie (ops, compagn*) che gli scassa i maroni e diserta per la partita, e ti attacchi al telefono a cercare persino il cugino del tuo virologo per fare numero legale. E comunque, tredici è più o meno come gli iscritti a Rousseau, o i voti di Italia viva. Il Parlamento può continuare e il campionato pure. Viva i Savi di Nyon.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"