Renato Altissimo (Archivio LaPresse)

I vivaisti e un grido disperato: no, Renato Altissimo no!

Maurizio Crippa

C’è un motivo per cui a sinistra non piange nessuno, ed è che quella di Renzi è una scissione ma di centro

Siamo tutti ancora piuttosto scossi dall’accaduto, ci vorrà tempo per chiarire i termini della questione, e anche per trovare le parole per esplicitarli. Ad esempio, e sembrerà banale, ma come li chiameremo quelli che fino all’altro ieri abbiamo chiamato semplicemente renziani, o tutt’al più il Giglio magico? Ecco, come li chiameremo? I vivaisti? Persino alla Leopolda non sanno bene come procedere: sono usciti per prendere il futuro, ma hanno perso la strada come Pollicino. Bene, in questo trambusto che sembra un flusso di coscienza, viene in aiuto un tuìt al solito illuminante del gran @giudefilippi, lucido come un ragionamendo d’antan di Ciriaco De Mita (giuro che lo dico a complimento e con cognizione di causa): “Renzi ha un vantaggio elettorale un po’ da free rider nella sua offerta politica, perché offre due voti al prezzo di uno. Chi vota per lui vota anche un po’ per il Pd (come negli anni ’80 chi votava Pli o Pri votava un po’ anche Dc)”. Ecco, pensateci. C’è un motivo per cui a sinistra non piange nessuno, ed è che quella di Renzi è una scissione ma di centro. Disponibile per qualsiasi pentapartito, vuoi a sinistra ma perché no anche a centrodestra. Se proprio non si può farne a meno, si vota lui. Tanto è uguale a votare per gli altri, e non bisogna turarti il naso. Solo che sento, dal profondo della Prima Repubblica, salire un grido disperato: no, Renato Altissimo no!

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"