Braccianti vendemmiano in Franciacorta (foto LaPresse)

Morire di meloni arcaici

Maurizio Crippa

Il lavoro nero si accompagna a una mentalità sbagliata, come dimostra la morte del bracciante Pasquale Fusco

La cosa più ripugnante, secondo le prime risultanze, è che il suo contratto è stato regolarizzato su uno straccio di documento invalido soltanto dopo che era morto, dopo poche ore. Fino a poche ore prima c’era solo il nero. Poi lui ha visto tutto nero, c’era un caldo da non poter più vivere. Almeno se per campare devi tirar su meloni a mani nude sotto al sole, come in un mondo arcaico, come fosse dieci secoli fa. La cosa più terribile è che sua moglie, la moglie di Pasquale Fusco, bracciante in nero di 55 anni a Varcaturo, nel comune di Giugliano, padre di tre figli, ha detto, del nero: “Lasciateci in pace. Lo sfruttamento? Il lavoro nero? Sono cose che riguardano i carabinieri e i magistrati”. Chiusa in un mondo arcaico, di dieci secoli fa. Oppure no, ovvio che no: vivono in una “dignitosa palazzina” (la cronaca è di Rep.), avevano fatto qualche fortuna che poi è andata male, come i Malavoglia coi lupini. Non sono i “cafoni” di Fontamara. Anche se lui è morto di caldo e lavoro. Il mondo arcaico, fuorilegge, è un altro: è il mondo del lavoro e del sub-lavoro che con pretesa di modernità insistiamo a non vedere. Ora tornerà al governo un partito di vendifumo che ha turlupinato i lavoratori in nero col decreto “dignità” e col reddito di “cittadinanza”. Ora che li hanno ammansiti si torna a parlare di salario “minimo”. Che è il minimo. La legge sul caporalato c’era già. Ma non sono le parolone dette all’ombra che faranno uscire il lavoro dal mondo arcaico.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"