Roma, funerali di Fabrizio Saccomanni nella chiesa di San Salvatore in Lauro (LaPresse)

Due funerali e quattro deficienti (gli italiani)

Maurizio Crippa

Due esequie, una coram populo e una che non s’ha da fare (s’avrebbe, forse da fare) hanno misurato con doloroso carotaggio il paese che siamo, e quello che non vogliamo

Due funerali, ieri, uno coram populo e uno che non s’ha da fare (s’avrebbe, forse da fare) hanno misurato con doloroso carotaggio il paese che siamo, e quello che non vogliamo. Il funerale di Nadia Toffa, a Brescia, col prete amico e la commozione mediatico-popolare. Un bel funerale (si può dire?). Funestato, un minimo, da una eccedenza di idiozia pop, che è un marchio nazionale, ormai. Qualche tuìt di denuncia: “Oggi al funerale di Nadia Toffa una signora ha chiesto una foto a Giulio Golia… Ma dove siamo finiti?”. “Osservo i funerali di Nadia Toffa e penso che i video fatti con i cellulari ad un funerale anche no. Inizio a vergognarmi del genere umano”. “E’ stato creato evento funerale della Toffa, la gente si registra su fa, fa foto e video. Agghiacciante”. L’altro funerale, quello che non s’ha da fare, galleggia su Roma, non solo quella laziale, è quello di Diabolik, Fabrizio Piscitelli, il capo ultrà della Lazio freddato con un colpo alla nuca al Parco degli Acquedotti. Non proprio una morte da sportivo. Ma il parco degli Acquedotti è già diventato luogo di pellegrinaggio, e per impedire il culto di questo personaggio il questore aveva ben pensato di vietare i funerali pubblici, che sarebbero diventati una ola da stadio. Ma la famiglia, per ripicca, non si è presentata al funerale segreto imposto dalle autorità, col risultato che la salma è rimasta là, insalutata ospite, all’obitorio. Mentre cresce l’onda dello scandalo per il funerale che “normalmente si riserva a tutti gli esseri umani”. E che adesso la sorella di Diabolik propone si celebri in campo neutro, al Divino Amore. Addirittura.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"