(Foto LaPresse)

Cara Anna Frank, piove

Maurizio Crippa

Se far leggere il diario della bambina ebrea uccisa dai nazisti può costare una sospensione a una maestra 

Non sono particolarmente allarmista, non come una Greta applicata alla politica intendo, ma qualcosa di preoccupante sta accadendo davvero. Non solo perché piove come nel 2019 di Blade Runner (era ambientato in novembre, ma se trovate la differenza vincete un Vinci Salvini). Non solo perché ogni volta che qualcuno organizza un comizio finisce in rissa come non capitava più. Ma è quasi più preoccupante se accade di dover restare incantati, un po’ increduli, davanti a un titolo sul web (sì okay, è la nuova Repubblica: gli è venuto il tic del titolo forte, tipo la Notte di Nino Nutrizio) e chiedersi se può essere vero, se hanno capito male, o che cosa. C’è scritto: “Catania, maestra sospesa per uno scappellotto. Ma lei accusa: ‘Ho solo letto il Diario di Anna Frank’”.

 

E sei costretto, con orrore, a pensare: beh, se per un tema in classe che fa un po’ di confusione tra leggi razziali e ddl sicurezza – non più di quelle che farebbe un elettore medio di Piazza Duomo, eh – chiamano la Digos, far leggere Anna Frank può ben meritarsi una sospensione. Ma il ceffone? La mamma denunciante dice così: “Picchia mio figlio, lo obbliga a stare in piedi e gli ha fatto saltare la merenda e tratta tematiche politiche in classe con nozioni ‘comuniste’”. La maestra delle elementari replica: “Non ho fatto mai politica, ho solo letto il Diario di Anna Frank in classe”. L’hanno sospesa per lo scappellotto, infatti. E però ormai sembra normale che sia l’accusa di plagio a contare di più. Del resto Anna Frank è un insulto allo stadio, Zorro è diventato un’arma di piazza. E già è strano che il ceffone non se lo sia preso la maestra. Ma smetterà di piovere, sì.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"