(Foto Pixabay)

La violenza degli umani

Maurizio Crippa

Uomo o donna non cambia nulla. Il problema di una violenza profonda appartiene a ognuno di noi 

A vedere in fotografia (il video delle Iene anche lasciamo stare) la simpatica signora che qualche giorno fa ha tirato un bicchiere di acido in faccia a un uomo che era stato per breve tempo suo compagno, vien solo da dire che ha fatto un gran bene – lui – a darsela a gambe. E che anzi non si capisce cosa lo avesse così ineffabilmente attratto, prima. Ma questo non lo diremo, rischieremmo di venire coperti di rimbrotti e sopracciò nel nome della correttezza di genere. E il punto, qui, è proprio il genere: ma non la correttezza, bensì l’essenza. Il punto lo ha centrato ieri, anzi lo ha s-centrato, l’ha messo proprio fuori bersaglio, @MaxGramel nel suo Caffè di via Solferino. Scrive che l’episodio sembra rovesciare “lo schema tradizionale, dove il maschio veste i panni del carnefice”, ma così non è. Perché anche in questo caso si tratta del “frutto di un modello patriarcale basato sul possesso”. Anche se la tiratrice d’acido stavolta è donna. Per cambiare davvero le cose, scrive appellandosi a Jung, bisogna abbandonare il patriarcato e aderire “a un modello matriarcale basato sull’accettazione”. Ora, i danni che ha fatto Jung, li sapeva anche Freud. Ma il danno peggiore è un modo di pensare che fa risalire al “genere” il problema di una violenza profonda che è invece degli esseri umani – ugualmente uomini e donne, e suppongo anche transgender. Questo è disconoscere il fatto, e il dramma dell’umano in sé. E dunque non trovare, ma mai, la via d’uscita. È come dire che se diventeremo tutti vegani il mondo si salverà. Davvero?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"