Leo Messi esulta dopo il gol al Liverpool mercoledì scorso (Foto LaPresse)

L'asilo a Messi

Maurizio Crippa

Il comune di Recanati ha inviato la tessera elettorale al campione argentino. La macchina della burocrazia, quando è bene oliata, ha una memoria di ferro

Farsi iscrivere all’anagrafe in Italia, in tempi di Salvini che va in pellegrinaggio al filo spinato di Orbán, se non trovi un giudice a Bologna non è proprio una passeggiata di salute, si sa. Ma quella tessera elettorale tirata fuori dal Corriere ieri, e che certifica la perfetta oliatura della macchina comunale di Recanati, racconta anche un’altra storia, divertente e inutile come tante che riguardano i vip, ma con un insegnamento tutto suo. È la storia della tessera elettorale che il comune del fu conte Giacomo ha provveduto a stampare e recapitare a Leo Messi – l’altra notte assunto definitivamente nell’Infinito iperuranio del calcio. Si scopre così che la Pulce divina possiede anche un’altra, terrena natura: quella di essere cittadino anche di Recanati.

 

Dunque potrà votare, lui argentino, alle europee, a patto che scelga un partito della circoscrizione Centro in Italia (e chissà chi voterebbe, a Barcellona). Le origini della sua famiglia sono lì, all’ombra dell’ermo colle. E lui ovviamente non ci ha mai nemmeno pensato, di essere un marchigiano. Ma la macchina della burocrazia, quando è bene oliata, ha una memoria di ferro e non dimentica niente. Tutta poesia? Non proprio. Secondo il sindaco di Recanati fu il papà di Leo a chiedere, nel 2010, l’iscrizione nel registro dei recanatesi residenti all’estero. Non per amore di Leopardi, ma per poter far tesserare il calciatore come un cittadino europeo (questione di piccioli). Ma questo la storiella insegna, agli aspiranti italiani: che il decreto sicurezza di Salvini si può aggirare. Basta aver segnato, prima, almeno 600 gol in carriera.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"