Angelo Panebianco (foto LaPresse)

Alma Asinorum

Maurizio Crippa

Assolti gli adepti del collettivo bolognese Hobo che nel 2014 murarono l’ufficio del professor Angelo Panebianco. Ma peggio dei facinorosi sono i magistrati, che non si fanno mai venire in mente idee eccellenti

“Tu vivi da scemo, ma qualche volta ti vengono in mente idee eccellenti”. E’ il primo dei Pensieri improvvisi di Andrej Sinjavskij, dissidente russo che pagò con il Gulag il suo amore per la conoscenza e la libertà. Altrettanto non potrebbero dire, presi a uno a uno o in branco, gli adepti del collettivo bolognese Hobo che nel 2014 murarono l’ufficio del professor Angelo Panebianco. Accusati per imbrattamento e violenza privata, sono stati tutti assolti – tranne uno studentello di 45 anni, parcheggiato in università forse in attesa di quota 100: ma condannato solo per “imbrattamento aggravato”, ché i muri valgono più delle idee – “perché il fatto non sussiste”. Insomma è legittimo, per dei facinorosi fuoricorso senza idee eccellenti, impedire a un docente di insegnare. Del resto sono i parigrado e i pari idee di quelli che nel 2016 impedirono a Panebianco di fare lezione in aula, al grido “fuori i baroni della guerra dall’università”. Ma peggio ancora degli autonomi fuoricorso, sono i magistrati a non farsi mai venire in mente idee eccellenti. Non sanzionare nemmeno in modo simbolico il sopruso e la violenza ideologica che impedisce a un pacato professore liberale il libero esercizio dell’insegnamento, tutelato dalla Costituzione, equivale a condannare tutti gli altri, e l’università in quanto tale, a vivere in un mondo di scemi. E’ dare ragione all’antidemocrazia. Sotto la toga, il gilet giallo.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"