Luigi Di Maio incontra i lavoratori della Pernigotti di Novi (foto LaPresse)

Di Maio s'inventa l'auto-Brexit dei prodotti del territorio

Maurizio Crippa

La trovata del vicepremier grillino, scosso dalla chiusura di Pernigotti: “Entro fine anno una legge che leghi per sempre i marchi ai territori”. Ma che vuol dire? Intanto grandi marchi fuggono dall'Italia sovranista

Pensate se intorno a Maranello girassero in loop, a tutta velocità, tutte le Ferrari in circolazione: però solo lì, ché i marchi devono stare legati al territorio che li ha prodotti. O se tutto il Parmigiano se lo mangiassero a Parma (e solo quello, magari). O se con le famose scarpe coi pallini si potesse ciondolare solo per le viuzze di Sant’Elpidio a Mare, sempre in ossequio al dogma che i marchi devono stare legati ai territori. Come sarebbe semplice il mondo, eh? Magari anche più piccolo. Ma senza alcun dubbio tanto più povero. A chi può essere venuta in mente un’idea così, una specie di auto-Brexit sovranista per chiudersi in casa con i propri prodotti “e tutto il mondo fuori”, come cantava Vasco? Avete indovinato, al ministro del controsviluppo Gigino Di Maio, cresciuto professionalmente negli spazi economicamente sconfinati del San Paolo. E’ molto scosso dalla chiusura della Pernigotti, ovviamente un bel pasticcio, così ha annunciato una trovata da cioccolataio: introdurre una misura che impedisca di sradicare i marchi storici dal loro territorio di origine: “Entro fine anno il governo farà una norma, una proposta di legge che leghi per sempre i marchi ai territori”. Ma che vuol dire? Nel frattempo, la Bc Partners, azionista di controllo della catena di ristorazione di Old Wild West, Temakinho e altri, ha deciso di sospendere il progetto di vendita: tra domeniche chiuse e altre genialità sviluppiste, in Italia c’è troppa incertezza. I bistecconi dei cow-boy se li mangeranno tutti nel vecchio West.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"