Alberto Bombassei (foto LaPresse)

Volare con Bombassei

Maurizio Crippa

Il patron della Brembo annuncia che pagherà il volo per Boston a tre ragazzi di Napoli geni della robotica. Il loro liceo non può permetterselo. Ma come spesso accade in Italia c'è chi approfitta per fare polemica

Se non fosse l’inventore del Kilometro Rosso, il parco tecnologico che stupì pure Matteo Renzi come una Leopolda che ce l’ha fatta. Se non fosse l’imprenditore che non ha paura di cantarle chiare alla politica e all’incompetenza, soprattutto quando frenano l’Italia in maniera più inesorabile dei freni della sua Brembo (l’unica differenza è che con l’incompetenza si va a sbattere comunque) Alberto Bombassei andrebbe inventato lo stesso. E’ meglio di un robot, ma ha anche il cuore. Capita che ci sono tre geniali studenti dell’Istituto tecnico Righi di Napoli che sono arrivati secondi a un concorso di robotica che ha coinvolto 300 scuole in tutto il mondo. Capita che però a Boston, alla finalissima, non ci sarebbero potuti andare: la scuola non ha soldi per pagare tre biglietti e un ostello: cose da paese in via di sottosviluppo. Così a pagare il viaggio è arrivato lui: “Dove non arriva l’istituzione pubblica interviene il privato, quando è possibile… Si tratta di poche migliaia di euro e ne vale la pena, questi ragazzi sono davvero bravi”. Eppure. Eppure, intervistato dalla Stampa, Bombassei è costretto a combattere pure con la “cattiva letteratura” di quelli, ce n’è sempre, pronti a sputare sulle aziende, che sfruttano i giovani. Basta leggere i commenti sotto all’articolo per capire che il problema dell’Italia è gente che, di fronte a un imprenditore che mette mano al portafogli per una buona idea, dicono: “Spero soltanto ci sia accertati del reale bisogno delle famiglie e della scuola, per evitare le solite furberie”. Li sostituiremo coi robot.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"