Federica Epis (foto LaPresse)

Il verde, i negri e la kapò

Maurizio Crippa

“Non utilizzare la manodopera temporanea dei presunti profughi” per i lavori di mantenimento dei giardinetti, propone una mozione della Lega approvata al Consiglio regionale della Lombardia

"Dare la precedenza alle imprese e ai disoccupati lombardi per la cura del verde pubblico", di questi tempi, è una frase che ci siamo anche abituati. Se però la frase si conclude così: “Non utilizzare la manodopera temporanea dei presunti profughi”, fa più impressione, a parte il “presunti”. E’ il contenuto di una mozione della Lega approvata in Consiglio regionale della Lombardia, almeno come la presenta Federica Epis, firmataria del provvedimento e non proprio ferratissima nell’esposizione, direbbero a scuola. Dichiara la Epis che bisogna investire sulle professionalità locali e “non su persone che sono arrivate qui illegalmente”. Ma c’è soprattutto questo a inquietare un po’, in uno stato non ancora razziale: “Inutile cercare di integrare con dei lavori, anche pericolosi (annaffiare i prati, per loro, è evidentemente pericoloso, ndr) coloro che al contrario dovrebbero usare le proprie energie per collaborare con le istituzioni e dire la verità sulla propria condizione facilitando così le operazioni di ripristino della legalità e quindi di rimpatrio”. La kapò dei giardinetti tuona: “Respingo fermamente le inutili polemiche di chi sostiene che ‘altrimenti presunti profughi starebbero tutto il giorno a bighellonare’ semplicemente perché queste persone torneranno presto nei loro luoghi di origine”. Resta da dire che questa Epis, ora ben retribuita consigliere regionale, lo scorso anno, segretario della Lega a Orzinuovi, aveva scritto che le associazioni che si occupano di migranti “lucrano sul traffico di clandestini con la faccetta misericordiosa”. Fu condannata a risarcirle, e le pignorarono lo stipendio. Ma adesso ha fatto l’upgrade: ha scavalcato i negri sul verde.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"