Matias Vecino in Inter-Tottenham (foto LaPresse)

La riprende Vecino

Maurizio Crippa

Lo spettacolo più bello di Inter-Tottenham è stato quando i social hanno cominciato a strillare, a chiedere contegno, e vergogna ai telecronisti che fanno i tifosi

Il minuto e venti di Riccardo Trevisani e Lele Adani, telecronisti di Sky, che urlavano “la riprende Vecino” e “la garra charrua” e altre frasi sconnesse tipo “hanno un cuore differente”, manco fossero al congresso del Pd, sovrastando la bolgia di San Siro nel finale di Inter-Tottenham forse non passerà alla storia come le urla parimenti scomposte “Weah! Weah!!! Weaaahhh” di Pellegatti o “Il cielo è azzurro sopra Berlino”, dacché siamo tutti wendersiani. Ma sono stati un bello spettacolo, empatico come si usa dire, perché il calcio raccontato è questione di emozioni, persino ai tempi di Carosio. Ma lo spettacolo più bello, e anche istruttivo, è cominciato un minuto dopo, quando la bolgia dei social (tifoserie di parte avversa) ha incominciato a strillare, a chiedere contegno, e vergogna ai telecronisti che fanno i tifosi. Come non fosse mai avvenuto prima, per squadre con le righe diverse (cioè sbagliate). Ma il peggio è che ci si sono messi anche alcuni giornalisti, insomma gente del presunto mestiere, ad alzare il sopracciglio. Gente che vorrebbe sentir parlare solo gli accademici della Crusca, par di capire. Ma la cosa davvero istruttiva è questa. Con lo spezzatino delle reti e il calendario più spalmato della Nutella, e lo streaming che funziona come una macchina a vapore, ormai il calcio e la relativa emozione sono passati dal campo, e dalla televisione, ad altri canali. Ci si diverte di più a riascoltare un audio festoso piratato in rete, o a insultare Adani, che manco a vedere i gol. O torniamo alla radio, o tanto vale guardarsi i video di Salvini su Facebook. Almeno non si paga l’abbonamento.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"