Il Samsara Beach di Gallipoli

Bambole, spritz e preti

Maurizio Crippa

Altro che cambiamento, resta l’Italia dei regolamenti e dei ricorsi al Tar che ammazzano la libera iniziativa

E cosa fate con Gallipoli?, chiederebbe il ministro del contro-sviluppo al presidente della Basilicata. Geografia a parte, la questione è grave nell’Italia dei regolamenti e dei ricorsi al Tar che ammazzano la libera iniziativa, altro che cambiamento. Il Consiglio di stato ha stabilito che il Samsara, la più famosa spiaggia di Gallipoli, simbolo con i suoi happy hour della movida del Salento, mejo della pizzica, deve chiudere. Ha ragione il Comune, che ha revocato la licenza con questa motivazione: quello che era uno stabilimento balneare si era trasformato in una discoteca. Forse bastava cambiare la licenza, ma niente: nel paese delle non-liberalizzazioni, piuttosto che cambiare una carta si uccide un florido commercio. All’altro capo d’Italia, a Torino, la polizia municipale vuole chiudere la “casa delle bambole” appena partita e che va a gonfie vele: trattasi delle bambole di gomma con cui i clienti possono fare sesso a pagamento, la prima d’Italia, in pratica una start up. Niente, chiudere. Non perché sia immorale, o faccia venire le malattie. No, è che i proprietari dovrebbero avere una licenza da affittacamere. Terzo step, il Comune di Pistoia ha imposto la chiusura alla canonica di don Vincenzo, il prete che ospitava i migranti e che fu accusato di “portarli pure in piscina” da facinorosi salvinisti. Non per razzismo: la struttura non è a norma. Ma aiutare a sistemarla, no? Don Vincenzo è amareggiato, ha detto che porterà i suoi ospiti in chiesa. Basta che, con il casino di regolamenti che abbiamo, il don non si confonda e in chiesa ci finiscano le bambole. Di questi tempi.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"