Il centro gestito dalla Caritas a Rocca di Papa. Foto LaPresse

Darsela a gambe

Maurizio Crippa

Non erano quaranta, come i ladroni. Sarebbero addirittura cinquanta i migranti eritrei sbarcati dalla Diciotti e scomparsi dalla struttura di Rocca Di Papa

Non erano quaranta, come i ladroni, sarebbero addirittura cinquanta. I migranti eritrei sbarcati dalla Diciotti che erano stati accolti nel centro di Rocca di Papa, al termine di una lunga e provvidenziale mediazione che ci aveva fatto dire a tutti: ehi, ma allora la Cei esiste ancora e qualcosa combina. Ma da lì sarebbero scomparsi. Per andare a riempire di incubi le notti di Salvini, e a gonfiare i suoi già satolli sondaggi. “E’ allontanamento volontario, non fuga”, ha ribattuto al Viminale il direttore della Caritas italiana don Francesco Soddu. E come dargli torto? “Si fugge da uno stato di detenzione e non è questo il caso, nessuno vuole rimanere in Italia, si sa”. Inoltre: “Queste persone davanti a una situazione di affidamento prima o dopo avrebbero potuto scegliere di allontanarsi volontariamente”, e “potranno chiedere asilo ricominciando quella procedura che era stata avviata nelle nostre strutture, a partire dal centro di accoglienza straordinaria”. Che è un po’ come dire il giro dell’oca. Però, va bene che non erano in stato di detenzione, ma se ti affidano qualcuno, perché si fidano (magari obtorto collo) di te e della tua capacità di controllo, saggezza vorrebbe che si facesse in modo che chi è affidato, lì rimanga. Almeno per un po’. Se non altro, diciamo, per non dare proprio l’impressione, già abbastanza diffusa, che i giovani, appena vedono un posto che puzza di sacrestia, se la danno a gambe.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"