Luigi Di Maio (foto LaPresse)

Mezz'ora sola ti vorrei

Maurizio Crippa

Quanto costa, all inclusive, il "sogno" di Di Maio di donare 30 minuti di internet a chi non può permettersi un abbonamento

Ho letto un commento, da qualche parte, a proposito dei commenti che i soliti commentanti social facevano sul tema, più o meno: ma perché dovrei pagare i contenuti giornalistici che fino ad ora leggevo gratis? Il commento che ho letto (gratis, era su Twitter) spiegava: ma questi davvero si lamentano per un abbonamento che costerebbe 6 euro al mese? Un caffè e un quarto alla settimana? Non è per farne, qui, una questione di quanto valga il lavoro altrui, compreso quello di chi produce informazione e persino i fantomatici “contenuti”. Il tema è la sorpresa di fronte alla nozione, alquanto adulterata, che certa gente ha del valore dei soldi, e anche del tempo. Insomma il tema è come sempre il vaffa vicepremier Di Maio, che ieri ha lanciato il nuovo slogan “mezz’ora sola ti vorrei”. Ha detto, testuale: “La connessione a internet diventi un diritto primario di ogni cittadino. Siamo al lavoro per tutelare questo diritto”, e fin qui tutto bene, ci mancherebbe. Ma poi: “Immagino uno stato che interviene e fornisce gratuitamente una connessione a internet di almeno mezz’ora al giorno a chi non può ancora permettersela”. E ora, va bene che a non aver mai lavorato, quanto valga “mezz’ora al giorno” – giusto il tempo di scaricare le mail in ufficio e connettersi al server della ditta – forse è difficile da capire. Ma soprattutto: gratis a chi non può ancora permettersela? Un contrattino all inclusive da dieci euri al mese? Che ormai i giga te li tirano dietro? Dai Gigi, riprovaci domani, ti diamo un’altra mezz’ora per connetterti. Con la zucca.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"