Roberto Fico, presidente della Camera (foto LaPresse)

L'editto del corridoio

Maurizio Crippa

Ora sono arrivati loro, quelli che parlano il linguaggio del popolo e si fanno ascoltare, cacciano i giornalisti

Da comune cittadino, come eleggano e perché alla presidenza delle Commissioni parlamentari, non è che mi metta l’ansia. Soprattutto non stimola la mia tendenza voyeuristica. Mi facciano sapere. Però a quelli che hanno votato per il Parlamento aperto come una scatola di tonno, e trasparente come uno stadio della Roma, qualcosa dovrebbe importare. Stanno eleggendo i capi delle Commissioni (aumma aumma) e, tutto d’un tratto, i giornalisti sono stati cacciati dai corridoi delle segrete stanze. Gli uscieri gli hanno sventolato sotto il naso “una disposizione normativa interna”. A memoria di cronisti dell’Associazione stampa parlamentare, non era mai successo nella storia della Repubblica. Gli hanno fatto notare, annota precisa l’Ansa, che in realtà il divieto per i giornalisti di sostare davanti alle commissioni è contenuto in una delibera del Comitato per la sicurezza della Camera del 29 ottobre 2014. Ma la delibera non era mai stata trasmessa al Comitato per la comunicazione (esiste pure) e quindi non era mai stata applicata. Forse perché nel 2014 c’era Renzi: pensate che gli avrebbero detto contro, “l’editto dei corridoi”. Ma ora sono arrivati loro, quelli che parlano il linguaggio del popolo e si fanno ascoltare, cacciano i giornalisti. E a questi webeti che hanno votato per lo streaming e per il “vi controlliamo col meetup”, e ora si trovano con niente streaming e niente da sbavare sullo schermo, e nemmeno più la stampa libera di origliare, a questi idioti, che gli resta? Fraccaro?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"