Gad Lerner (foto LaPresse)

Bravo Gad Lerner

Maurizio Crippa

Rai3 cambia al volo il suo palinsesto del primo pomeriggio e manda in onda la replica della quinta puntata di “La difesa della razza” sui rom 

Quando Mamma Rai si getta spericolata nella mischia dell’attualità politica, e addirittura Rai3 si toglie un po’ di polvere di dosso e si rimette i panni di Tele Kabul, di lotta e non di governo, vuol dire che il momento è catartico, come diceva quello, per il paese. O forse solo che grande è la confusione sotto il cielo, come diceva quell’altro. Ma in ogni caso, stavolta, diciamo: bene. Ieri Rai3 ha cambiato al volo il suo palinsesto del primo pomeriggio, orario topico da La signora del West, e ha mandato in onda la replica della quinta puntata di La difesa della razza, il bel reportage-inchiesta firmato da Gad Lerner la primavera scorsa per gli ottant’anni dalla promulgazione delle Leggi razziali. La scelta non aveva bisogno di molte spiegazioni, la puntata era: “Li chiamano zingari, razza maledetta”. Il viaggio di Lerner in quella considerata “tra tutte le minoranze la più detestata” parte da Zurigo, not Italy, ma va a incrociare testimonianze come quella di Goffredo Bezzecchi, rom harvato sopravvissuto allo sterminio nazista del suo popolo e che oggi vive nel campo nomadi di Rogoredo, Milano. Poi ci sono i campi di Torino, le case popolari, il degrado, l’illegalità, i giudici minorili. Insomma un bel casino cui si deve mettere mano, meglio senza ruspe. Le Leggi razziali sono del 1938, e voglia Dio che tra due generazioni i nostri nipoti, o gli storici, non debbano rivolgere anche a noi quella fatidica domanda: e voi dove eravate, mentre succedeva? Chissà che risponderemo, ognun per sé. Ma a futura memoria, e ad atto di presenza, oggi per domani valga una dichiarazione di voto: bravo Gad Lerner, brava Rai.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"