La polizia trasporta il corpo di un uomo ucciso nella spiaggia di Caletilla ad Acapulco, in Messico (foto LaPresse)

Da noi tutto bene

Maurizio Crippa

E' uscita la classifica delle città più violente del mondo. Su cinquanta, 42 stanno in America Latina (sarà colpa di Bergoglio?). E meno male che non contano le buche e il gas nervino

Puntuale come un uragano tropicale, o una lettera di Ratzinger non protocollata, è arrivata anche quest’anno la classifica delle città più violente del mondo, compilata con un pizzico di campanilismo dal Consiglio cittadino del Messico per la Pubblica sicurezza. Non che sia una cosa scientifica, ad esempio si considerano solo città con popolazione superiore a 300 mila abitanti, quindi Macerata no, e non si contano le zone di combattimento, dunque Aleppo la troverete tra i migliori Real Estate disponibili, e posticini come il Venezuela sono reticenti manco li stesse intervistando Franca Leosini.

 

Ad ogni modo, per noi che ci ostiniamo a considerare l’occidente un gran bel posto per vivere, anche al netto di una certa tendenza alla demokratura che agita molto il mio amico Giuliano, c’è la conferma di quanto sostiene il nostro idolo Steven Pinker: non fatevi prendere dal panico, sono i media che vi vogliono spaventare. In cima alla classifica c’è come sempre la lontana America Latina (sarà colpa di Bergoglio).

 

Su cinquanta città infernali, 42 stanno lì, comanda il Brasile con 17, segue il Messico a 12. I posti peggiori per le vacanze: Ciudad Juarez fa 56,16 omicidi per 100 mila residenti, Città del Capo addirittura 62,25. In Europa, niente di che, manco una banlieue islamizzata. C’è solo da notare che la classifica non prevede, tra i fattori del rischio, le buche delle strade (niente Roma, dunque) ed è stata redatta, nel 2017, prima che si scoprisse che a Londra il gas nervino lo vendono pure da Harrods. Per il resto, da noi tutti bene.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"