Carlo Cracco (foto LaPresse)

Andate a spendere da Cracco: una dichiarazione di voto

Maurizio Crippa

I prezzi sono stellari, ed è logico e doveroso. Più che un esborso però, è un'alta testimonianza morale contro il populismo e il poveraccismo

Fatta la doverosa premessa che come testimonial di Scavolini ci rimarrà sempre nel cuore Lorella Cuccarini, ma nel mondo così com’è diventato gli chef funzionano meglio delle ballerine, in attesa del turno dei nani, consigliamo vivamente questo: godetevi il weekend prima della catastrofe e andate a spendere un bel mucchietto dei vostri euro (prima della fuoriuscita dal) al nuovo ristorante di Carlo Cracco in Galleria a Milano. Come si mangi, non vi sapremmo dire, ma di solito quelli che commentano “male” sui social sono gente che ne capisce meno di voi. Che si spenda tanto, è la cosa più pacifica, logica e persino doverosa, se si va alla tavola di un cuoco di rango. Ma più che altro, il vostro esborso sarebbe un’alta testimonianza morale e politica, l’unica possibile nei giorni del silenzio elettorale, contro il populismo e il poveraccismo di una società corrosa dall’idiozia e dal rancore sociale. Capita questo: che piovono accuse (accuse) perché da Cracco in Galleria i prezzi sono stellari. Vivaddio, come dovrebbero essere? In un ristorante “alto di gamma”, come dicono al marketing, ci si va per esperienze sublimi, per esibirsi e anche per riconoscere pubblicamente che il denaro è un premio di chi lo sa ottenere e uno strumento di crescita globale. Cianciare del contrario significa non sapere cos’è una classe dirigente. Anche se oggi, una classe dirigente che volesse dare lezioni di cultura economica e pure di estetica al popolino andrebbe da McDonald’s. Ma scegliete Cracco: come dichiarazione di voto.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"