Sofia Goggia (foto LaPresse)

I cupi giornalisti e i magnifici ragazzi di Pyeongchang

Maurizio Crippa

Il medagliere piange come un sondaggio di Renzi, e la stampa ci inzuppa il biscotto

Siccome a Pyeongchang sta andando tutto bene, è pieno di sorridenti cheerleader venute dal Nord e di bombe nucleari ancora non se n’è viste, a noi che siamo una testata non atomica ma geopolitica delle Olimpiadi non ci frega più un tubo. Ma anche in tv, gli italiani si strappano i capelli meno che per il Cav. da Fabio Fazio. Gli unici assatanati, anzi col dente al veleno, sono i giornalisti sportivi. E questo dice qualcosa anche del perché siamo un paese di rancorosi. In Corea del Sud tutti si divertono, so’ ragazzi, tranne che loro.

 

Il medagliere piange come un sondaggio di Renzi, e la stampa ci inzuppa il biscotto. Sofia Goggia manca la medaglia e si leggono questi titoli: “Che spreco!”, manco fossero i rimborsi dei grillini. Un podio “buttatto alle ortiche”. O cupi commenti: “Ancora a leccarsi le ferite del sabato nero, la spedizione italiana prova a ripartire con la consapevolezza che non tutto è perduto, ma che molto è sprecato”.

 

Delusione, delusione, siamo proprio un paese che va male. Invece leggi (o ascolti) le loro interviste, di questi magnifici ragazzi, e sono così: “Siamo giovani, quindi fateci crescere… Ci sarà da lottare, speriamo anche di divertirci” (il fondista Federico Pellegrino). E soprattutto lei, la solare Sofia, che ha fatto un errore, sì: “E’ un grande peccato, poche volte ho sciato così bene, con facilità, fondendomi quasi con gli sci. Questa gara è lo specchio di me. Comunque io ci sono e nonostante il risultato continuo a sorridere”. E viva l’Italia.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"