Antonio Negri (foto via Wikimedia Commons)

Toni Negri, acrobata

Maurizio Crippa

"Meglio avere qualcosa che il nulla più completo. Angela Merkel, fatti avanti". Che ci arrivi il fu teorico della rivoluzione antisistemica, è qualcosa di straordinario

Io di politica non è che ne mastichi, da specialista. Diciamo come ogni italiano, attanagliato nel suo disincanto. Ad esempio, su quella cosa che Di Maio ha detto, che è pronto alle larghe intese, sempre che sia vera (cioè l’ha detta: il problema è se l’ha anche pensata) alla fine mi è sembrata quasi normale. Si indigna per i salti mortali solo chi non ha mai considerato la politica dal punto di vista dell’acrobata. Però Negri. Toni Negri, inteso. Al netto di tutti i teoremi Calogero e di tutto il resto, persino della candidatura con Pannella, cose di un altro secolo, c’è questo. Che adesso Toni Negri va in giro a dire – il fu teorico della rivoluzione antisistemica e poi delle moltitudini antisistema e di quant’altro, purché antisistema – che è preoccupato per gli scenari del dopo 4 marzo in Italia: “Mi auspico che Bruxelles prenda le redini dell’Italia dopo il 4 marzo”. E ancora: “Per me la burocrazia europea è il grande nemico, però è meglio avere qualcosa, che il nulla più completo. Angela Merkel, fatti avanti”. Angela Merkel? Manco il Berlusconi rinsavito sarebbe arrivato a tanto. Ma che ci arrivi Negri, a questo, e ci arrivi dalla scorciatoia populista che “il sistema di partiti fa schifo”, ha qualcosa di straordinario. E il populismo antisistemico che fa un salto mortale, fino a diventare l’opposto di sé. Insomma, è l’acrobata. O l’essenza della politica.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"