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Marchionne non vede Renzi? Forse la Ferrari è indietro

Maurizio Crippa

Da un Marchionne, pullover e tutto, ti aspetti il fairplay. Sì, certo, l’aveva già detto: “Renzi ha avuto coraggio, ma per fare lo statista dalle buone intenzioni si deve passare ai fatti”. E dirglielo prima, magari in privato?

Sia chiaro che Marchionne, qui, noi, neanche a discuterne. Un modello e un faro, e pure un monumento quando vuole. Anche subito. Candidarlo premier non è il nostro mestiere, sono le cose che fa il Cav. due volte al giorno, non ci immischiamo. Ma l’Italia che riparte, che rischia e che cambia, la Fabbrica Automobili salvata, il sindacato, alla fine e a furia di randellate sui denti, salvato da se stesso. Niente da dire né da obiettare. Però, quelli che gli piace sempre vincere facile. Quelli che al momento buono hanno sempre pronto il calcio dell’asino. Sei a Detroit, al Salone dell’auto, annunci il Suv della Ferrari e la supercar elettrica: facci sognare, e fermati lì. Invece, out of the blue: “Renzi mi è sempre piaciuto come persona. Quello che è successo a Renzi non lo capisco. Quel Renzi che appoggiavo non l’ho visto da un po’ di tempo”. Detto proprio da lui, all’estero. Non che gli debba nulla, al Fiorentino, intendiamoci. Ma sputazzarlo così, non è bello. Un Marchionne non è un CDB, pronto a stracciare la Tessera Numero Uno come fosse il biglietto perdente della lotteria. Da un Marchionne, pullover e tutto, ti aspetti il fairplay. Sì, certo, l’aveva già detto: “Renzi ha avuto coraggio, ma per fare lo statista dalle buone intenzioni si deve passare ai fatti”. E dirglielo prima, magari in privato? Comunque, per dire pane al pane: se Renzi è un po’ che non lo vede più magari è perché, visto come vanno le Ferrari ultimamente, Renzi è scattato in avanti.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"