Eugenio Scalfari (foto LaPresse)

"Una scelta di civiltà"

Redazione

Ispirato da Scalfari, pure Giuliano Ferrara salta sul sidecar con Dibba e lascia a piedi Alfano

Scalfari indica la strada, tutti copiano Eugenio. Altro che “onda Nera”. A Repubblica ancora non riescono a capacitarsi dell’estrema libertà del Fondatore. Scalfari fa la dichiarazione delle dichiarazioni e spiazza Tommy-Tommy Cerino all’anagrafe Cerno, quindi l’editore Carlo de Benedetti e – ultimo e perciò mai primo – il direttore uscente, Marione Calabrese: “Se devo scegliere tra Gigino Di Maio e Silvio Berlusconi, scelgo senz’altro il Cavaliere”.

Scalfari indica la strada, tutti copiano il Fondatore. Altro che “onda Nera”, è l’onda lunga che fa tana libera tutti. Come Scalfari, infatti, anche Paolo Mieli – insigne storico, già direttore del Corriere della Sera – da par suo, dichiara: “Se devo scegliere tra la moglie Melania, o la figlia di Donald Trump, Ivanka, ho un’opzione terzista: scelgo di andare a ballare al Twiga, nella comitiva di Flavio Briatore, e magari incontro Daniela Santanché tornata – grazie a Fratelli d’Italia – al suo primo pigmalione: Ignazio La Russa”.

Scalfari indica la strada, tutti copiano il Fondatore. Come Scalfari dismette le dieci domande di Repubblica facendo propria la causa filosofica delle cene eleganti, così Mieli getta alle ortiche tutta una carriera di smagliante cerchiobottismo – tutto volto al rispetto per le istituzioni – sposando le ragioni della destra dei cummenda.

Scalfari indica la strada, tutti copiano il Fondatore. Non solo Eugenio. Il carattere segna il destino e Vittorio Feltri, dopo aver imposto agli Angelucci – gli editori di Libero e del Tempo – di procedere al rinnovo della grafica adottando il carattere “Vittorio”, si lancia in una scioccante dichiarazione.

Scalfari indica la strada, tutti copiano il Fondatore. Feltri si fa ospitare da Lilli Gruber, a Otto e Mezzo, e dopo aver visto il Punto di Paolo Pagliaro, baproprio in chiusura di puntata, dichiara: “Se devo scegliere tra ius sanguinis e ius soli scelgo senza ombra di dubbio lo ius soli”. La frase fa saltare le luci ma giusto il tempo di riportare in onda la trasmissione e Vittorio rilancia: “E’ una scelta di civiltà, e non possiamo lasciare in balia degli scafisti i bambini e chiunque chiederà il nostro aiuto!”.

Scalfari indica la strada, tutti copiano il Fondatore. Il colpo di scena di Feltri quasi contagia Urbano Cairo – l’editore de La7 – che si dimostra scioccante da par suo, elargendo aumenti di stipendio ai dipendenti e buoni taxi e lauti rimborsi agli ospiti disseminati nelle varie trasmissioni e quel grido, “è una scelta di civiltà”, lo fa proprio Gaetano Caltagirone, l’editore del Messaggero quando, in un’intervista concessa Radio Cusano Campus, senza mezzi termini dice: “Basta coi palazzinari, è una scelta di civiltà la difesa dell’ambiente, e se c’è da scegliere tra un appalto e Virginia Raggi io sto con la sindaca di Roma”.

Scalfari indica la strada, tutti copiano il Fondatore. Anche Avvenire, il quotidiano della conferenza episcopale, è sulla via di Damasco, ops, di via Cristoforo Colombo. Nel solco di Eugenio Scalfari, infatti, anche il direttore del giornale dei vescovi, lascia attoniti lettori ed editori: “Ammazzatevi e moltiplicatevi”. Questo è il titolo dell’articolo di fondo con cui Marco Tarquinio schiera il giornale a favore dell’eutanasia e della fecondazione in qualunque modo: assistita, eterologa, omologa, per via maschia o per via femmina. E per come viene, viene.

Scalfari indica la strada, tutti copiano il Fondatore. Non si capisce più niente. La Stampa, con un titolo a tutta pagina, strilla: “Comprate Mercedes-Benz, buttate ’ste carrette di Marchionne”. In un editoriale, Maurizio Molinari, spiega: “E’ una scelta di civiltà”.

Scalfari indica la strada, tutti copiano il Fondatore. Da quando Eugenio ha dimostrato il proprio carattere è gara a fare di più, e meglio. Non è da meno il Fatto Quotidiano con Marco Travaglio, il direttore, che a sorpresa – “è una scelta di civiltà!” – fa propria la battaglia di Silvio Berlusconi a favore dell’abolizione della custodia cautelare. Ma con un di più rispetto alla proposta del Cav: “Basta manette anche per fatti di sangue”, aggiunge Travaglio.

Scalfari indica la strada, tutti copiano il Fondatore. E poiché un Fondatore non è mai solo ecco che Giuliano Ferrara, fondatore del Foglio, parte per la tangenziale e lascia nella disperazione il direttore Claudio Cerasa e tutta la redazione. Se ne va sul sidecar, guidato da Alessandro Di Battista, per un giro del Mondo in Ottanta giorni. Lungo la strada incontrano Angelino Alfano che fa motostop ma lo lasciano a piedi: “E’ una scelta di civiltà!” dice il Dibba.

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