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Ma De Falco saprà gridare: “Torna a casa, Rousseau”?

Maurizio Crippa

Era capitano di fregata della Capitaneria di porto di Livorno, quando urlò il suo mitico “torna a bordo cazzo!” al capitano Schettino. Che ci fa ora con il M5s

Ora, è anche vero che dopo aver visto un cinghiale che entra nel cortile di una scuola, e gli devono sparare – ma un tiratore scelto, siamo a Palermo, mica nel Far West, uno pensa di aver visto tutto. Poi, manco il tempo di mettersi l’anima il pace, arriva Bruno Tabacci che salva Emma Bonino. Sì proprio quel Bruno Tabacci, quello che un tempo era il democristiano più democristiano non si può (ma democristiano “laico”, eh). Con la Bonino, sì, quella Bonino. E allora pensi, va bene, davvero ho visto tutto, e il “nunc dimittis”, come diceva il saggio Simeone, ti viene quasi alle labbra. Ma poi, ma poi no. Altro che “dimittis”, vien proprio voglia di campare ancora un po’ in questo paese di antipolitici e debuttanti allo sbaraglio. Almeno per vedere che performance farà, nel partito dell’Italia in demolizione di Beppe Grillo, nel movimento dell’affondamento felice, il generale Gregorio De Falco. Che però era capitano di fregata della Capitaneria di porto di Livorno, quando urlò il suo mitico “torna a bordo cazzo!” al capitano Schettino. E divenne il simbolo dell’Italia seria, dell’Italia che non si sfascia. Che ci fa, uno così, lì? Ma sarebbe bello, un giorno, sentiegli urlare: “Torna a casa, Rousseau”.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"