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Chissà se esiste di meno il Molise, o il centrodestra unito

Maurizio Crippa

Con il Rosatellum, un frullo d’ali in Molise può decidere di una legislatura. Ed è qui che diviene centrale il presidente del Tribunale di Isernia, Vincenzo Di Giacomo

Non cadrò nella trappola dei social, che andava di moda un po’ di tempo fa, di giocare con il Molise che non esiste. Esiste eccome, e si vota pure. Non cadrò neppure nel razzismo istituzionale di trascurare la legittimità, del suddetto voto. E non è più nemmeno il tempo d’azzardarsi a sostenere che l’elezione del presidente della Regione Molise sposti gli equilibri della politica nazionale quanto li sposta Bonucci al Milan. Anzi: con questo portento del Rosatellum, un frullo d’ali in Molise può decidere di una legislatura. Ed è qui che diviene centrale il presidente del Tribunale di Isernia, Vincenzo Di Giacomo, che il centrodestra unito (unito, il centrodestra) vuole candidare alla prima sedia regionale. E lui, uomo senz’altro per bene e dalla fluente prosa forense (“un apprezzamento ed un richiamo al senso di responsabilità nei confronti della mia modesta persona di umile servitore dello stato”) lo vorrebbe anche lui. Ma a un patto, che la sua candidatura sia frutto di una coalizione unitaria, di tutti i partiti, “per costruire grandi cose”. Un passo avanti e ben oltre il Nazareno, diciamo. Ma un magistrato. Per quanto. Candidato del centrodestra, l’esercito del Cav. E in coalizione unitaria. Mah. Sta di fatto che il centrodestra, forse attonito, tace. Tranne che dalle parti di Stefano Parisi, dove si sono messe a girare tutte le lampadine: “Oggi è necessario proporre agli elettori una offerta politica chiara e concreta sotto il profilo operativo”, dicono i suoi. Altro che un magistrato. Per quanto e bipartizan. Se c’è una cosa che non esiste meglio del Molise, è il centrodestra. Nazionale.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"