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Quelli che parlano con gli alieni e Dibba. Spegneteli

Maurizio Crippa

C’è da tenere a bada l’impazzimento dei tempi, quando tutti si sentono un passo avanti a Dio e ne dicono di ogni

“Che esista l’aldilà è sicuro. Ma il problema è: a che ora chiude? E quanto dista dal centro?”. La miglior battuta talmudica di Woody Allen è sempre di conforto, se c’è da tenere a bada l’impazzimento dei tempi, quando tutti si sentono un passo avanti a Dio e ne dicono di ogni. Ad esempio l’ex responsabile per la crescita degli utenti di Facebook, Chamath Palihapitiya, s’è prodotto in un autodafé a Stanford che Torquemada avrebbe applaudito. E forse pure il Codacons: “Abbiamo creato strumenti che stanno distruggendo il tessuto funzionale della società… circuiti viziosi a breve termine alimentati dalla dopamina”. Da Silicon Valley a Medjugorie. Poi salta fuori, out of the blue, Marco Columbro, e lui parla direttamente con gli alieni: “Pure Papa Francesco ha fatto una dichiarazione pazzesca passata sotto silenzio: ‘Noi dobbiamo portare nel nostro cuore gli insegnamenti di un essere alieno, il cui nome era Gesù’. Se il Papa ha detto una cosa del genere è solo perché sa che prima o poi ci sarà un contatto con questi esseri. E sarà più prima che poi. Pure Putin è sull’orlo di fare una dichiarazione di questo tipo”. Ma il peggio di tutti, ieri, il Dibba: “Questo probabilmente sarà il mio ultimo discorso in Parlamento in questa legislatura… e anche per molti di voi saranno gli ultimi giorni in Parlamento”. Roba che manco Gesù sul Monte degli Ulivi, quando piangeva sulla distruzione di Gerusalemme, aveva osato tanto. Poi ditemi se non fa bene il portavoce del Vaticano a precisare “che il Santo Padre non manda messaggi né benedizioni attraverso WhatsApp”. Un sano materialista.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"