Foto Mario Cartelli/LaPresse

Il salto quantico del colto Di Stefano sul porco Brizzi

Maurizio Crippa

“La vita o si vive o si scrive”, parte alto il giornalista sul Corriere. Per spiegarci che è tutta una maschera e una copertura

Bisognerà uscirne prima o poi da questa porcata delle molestie e delle denunce da prima serata. Bisognerà trovare una chiave di lettura alta, che spieghi i ruoli e i codici, indaghi manliness e depravazione, lo scriveva giorni fa il mio amico Giuliano. Servirà la Cultura e l’Interpretazione. E uomini (e donne, pardon) di vera cultura. E allora ecco, si getta coraggioso nella mischia Paolo Di Stefano. Che è scrittore e intellettuale e giornalista fino. Ironista, non so. La soluzione l’ha trovata. Ma che dico soluzione, ha prodotto proprio un salto quantico. Da #balancetonporc a #balancetonécrivain. “La vita o si vive o si scrive”, parte alto sul Corriere. Per spiegarci che è tutta una maschera e una copertura. “Prendete i romanzi di Fausto Brizzi, pubblicati da Einaudi Stile Libero e confrontateli con le rivelazioni sulle molestie”, scrive. “Nulla di più distante. Storie lievi di vita familiare, ironica quotidianità di coppia”. Niente di torbido, sono candide autofiction: “il protagonista di Ho sposato una vegana si chiama addirittura Fausto e sua moglie è Claudia esattamente come la moglie di Brizzi”. Il porco scrittore si dipinge come “tenero e maldestro”. E invece no, t’abbiamo scovato: “La letteratura inganna, come l’apparenza e in qualche caso come la realtà. Mai fidarsi degli scrittori, tanto meno di quelli che rappresentano se stessi con eccessiva autoironia e benevolenza”. E figurarsi se si fosse accorto che Brizzi ha scritto pure L’eterna lotta del pene contro il male. Ma che motivi abbiamo ancora di prove, come dicevano nel Sinedrio: hai scritto, è la prova che sei porco.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"