Le lacrime per Laika e il liberista che difende gli umani

Maurizio Crippa

I bamba che si alimentano a vegan e Facebook sanno che il comunismo fu il male assoluto, non per i milioni di umani finiti nel Gulag ma perché hanno ammazzato Laika

Non serve l’Economist per essere sicuri che il 90 per cento dei bamba che si alimentano a vegan e Facebook considerano la presa del Palazzo d’Inverno una fake news. Ma sul sacrificio umano della cagnetta Laika, che sessant’anni fa “fu il primo essere vivente del pianeta spedito in orbita” e a morire per il progresso e la scienza, sanno tutto. Sanno che il comunismo fu il male assoluto, non per i milioni di umani finiti nel Gulag ma perché hanno ammazzato Laika. E vagli a spiegare che l’unica cosa buona della Guerra fredda è stata la gara per la conquista dello spazio. Niente. “Se Laika avesse potuto decidere per sé, avrebbe scelto di vivere”, ha detto la presidente di Enpa, Carla Rocchi. Il che è una fake news, ma che importa. Una volta si piangeva per Major Tom perduto nella sua Space Oddity, oggi il trend è cambiato. Così ieri alla “Vita in diretta”, che saggiamente fiuta il lato dolente che il pubblico vuole farsi massaggiare, hanno invitato il nostro @lucianocapone, che è il turboliberista più umano che conosco, a parlare di Laika e scienza. Il pubblico piangeva, lo studio coi lucciconi. Il nostro cosmonauta inviato nel mondo reale provava a dire: beh, è servito al progresso, come per i primi trapianti. S’è trovato quasi quasi a difendere l’onore della scienza sovietica. Alla fine qualcuno gli ha dato di politicamente scorretto per aver sostenuto che è stato meglio mandare un cane che un uomo. Perché dire che la vita umana vale più di quella animale ormai non è solo una bestemmia: è proprio scorrettezza. La vita in diretta è bellissima, è il cervello che è finito in orbita.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"