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Jordi non rubò mai neppure per me

Maurizio Crippa

La storia di Sánchez e Cuixart, arrestati e accusati di sedizione, è una sproporzionata follia

Un frutto o un fiore raro / Rubò sei cervi nel parco del re, vendendoli per denaro”. L’antica ballata inglese divenuta la celeberrima canzone di De André, nonché di Joan Baez, profuma di brume e malinconia e romanticismo, cifre di una follia. La follia, parente nobile di quel che in politica è la stupidità, di sfidare le leggi del re. La follia non so, ma la stupidità in politica è bipartisan. L’Audiencia Nacional ha fatto arrestare “i due Jordi”, Sánchez e Cuixart, per aver rubato sei cervi nel parco del re, reato romantico e persino bucolico. Per strada hanno suonato le casseruole, i postumi della baldoria. Sono accusati di sedizione per i fatti del 20 e 21 settembre scorso, quando la polizia spagnola era entrata negli edifici governativi catalani a Barcellona per sequestrare le schede del referendum, e i due Jordi organizzarono la folla che per diverse ore impedì alla Guardia Civil di uscire. (C’è da immaginarli, come in una vecchia barzelletta, i gendarmi che telefonano a Rajoy: “Capo, li abbiamo arrestati”. “Bene, portateli qui”. “Non ci lasciano venire”). Ora li impiccheranno con una corda d’oro? Sì, lo sappiamo, quello era Geordie, è un nome inglese, questi sono Jordi e siamo a Barcellona. Ma i suoni sono uguali, nella romanticheria di una canzone. E la sproporzione tra un arresto e una follia si sente a orecchio per chi, da tutta questa storia catalana, abbia ricavato un brumoso senso di malinconia. Cadrà l’inverno anche sopra il loro viso, chissà. Su quello del giovane re e di Rajoy, è già caduto.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"