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Siti Unesco italiani da spianare. Consigli a Trump

Maurizio Crippa

Appello al presidente degli Stati Uniti, ci aiuti a rendere l'Italia un “paese normale”

La fuoriuscita degli Stati Uniti dall’Unesco forse non sarà minacciosa come lo sarebbe l’uscita della Turchia dalla Nato o quella di Pyongyang dalla Convenzione di Ginevra, se mai ci è entrata . Ma per un paese come l’Italia, che detiene il record di maggior numero di patrimoni dell’umanità dell’Unesco (53) e tanto sta investendo, alla faccia di Tomaso Montanari, per valorizzare le sue bellezze, l’occasione di un aiutino, un nudge, da parte di Trump è ghiotta. Se non gl’importa più dell’Unesco, e ha voglia di bombardare qualche sito tanto per fare allenamento, ci sono un po’ di posti a cui anche a noi farebbe comodo dare una rassettata.

 

Ne suggeriamo qualcuno. Il centro storico di Roma, così poi magari la Raggi si decide a ripulirlo. Le Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa, così possono bruciare in pace senza che Di Maio sia costretto tutte le estati a chiedere i Canadair a Macron. Il Cenacolo Vinciano, che a Milano di cinesi in gita non ne possiamo più. Per non parlare dei siti in predicato, che sono altrettanti. Come i vigneti coi muretti a secco della Valtellina, tanto per fare uno sgarbo a Ermanno Olmi. Insomma ci aiuti il fuoriuscito Trump a fare dell’Italia un dalemiano “paese normale”. E se ha bisogno un titolo per la missione, c’è sempre il berlusconiano “il paese che amo”.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"