Il tecnico dell'Argentina, Jorge Sampaoli (foto LaPresse)

Come (non) fare le liste. Lezioni argentine

Maurizio Crippa

I messaggi che il calcio può inviare alla politica sono molti, espliciti e bipartisan, e spesso colpiscono il bersaglio. Prendete Jorge Sampaoli

Si capisce, senza bisogno di essere psicologi, che Silvio Berlusconi preferisca parlare del Milan, che non è più suo ma non si capisce bene di chi è, un po’ come il centrodestra, piuttosto che di Matteo Salvini e di come mettere a posto il cubo di Rubik delle prossime candidature. Per cui via col Milan, “bisogna prendere un top player”, e fin lì ci arriva anche la Meloni. Che di Montella si fidi anche meno del Matteo della Lega, non c’è bisogno di strologare: “Volevo che sulla panchina restasse Brocchi. Ma ero in un letto d’ospedale, tra la vita e la morte. E mi dissero Montella”. Se li volete chiamare messaggi trasversali, fate voi. Del resto i messaggi che il football può inviare alla politica sono molti, espliciti e bipartisan, e spesso colpiscono il bersaglio. Prendete Jorge Sampaoli, il ct dell’Argentina che l’altra notte alla Bombonera ha rimediato uno zero a zero col Perù che sembra un sondaggio di Alfano, e che rischia di lasciarlo fuori dai Mondiali. Be’ lui è uno che fa le liste, pardon la formazione, in base ai criteri nemico-amico, compatibile-incompatibile, come manco Matteo Renzi quando lancia ultimatum in direzione del Pd. Così ha preso Higuain, Icardi e Dybala e li ha messi in panca per far posto a tal Benedetto, la punta del Boca Juniors. A un certo punto ha messo il Papu Gomez, che da noi fa il consigliere regionale. E insomma, se volete salvarvi dal populismo sudamericano, prendete nota su come fare le convocazioni.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"