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I titoli su Mr. Playboy e il nostro ottimismo 4.0

Maurizio Crippa

Perché ogni titolista vorrebbe mettere a nudo l'Essere

Siccome non è che muore tutti i giorni l’inventore di Playboy, l’uomo che ha cambiato l’estetica del Novecento più di Picasso e le leggi del desiderio prima di Almodóvar, non si può resistere alla tentazione di dare una sbirciata a come ci viene raccontato, quest’uomo certissimo e immenso e, va da sé, invidiato. E soprattutto come l’hanno titolato. Perché, sapete, dentro a ogni titolista c’è la segreta ambizione di mettere a nudo l’Essere. Si va dall’invidia per ciò che ai più rimane precluso, “Hefner ha realizzato il suo più grande desiderio, riposare accanto a Marilyn” (Huffington Post). All’emersione di un represso complesso eros-thanatos, “Addio Hefner: è morto l’uomo che amava le donne. Ma il porno online lo aveva già ucciso” (Tiscali.it). Alla vena introspettivo-liceale, “Quel che nessuno vi dirà dell’ultimo dei romantici” (Wired.it). Al riflesso pavloviano del Fatto, che non può non alludere: “Addio al satrapo porcellone inventore dell’erotismo patinato”. Ma stavolta il premio per il miglior titolo rivelatore, ce lo prendiamo per noi, che sul Foglio.it scriviamo: “E’ morto Hugh Hefner. Così trasformò la ‘start up’ Playboy in un successo globale”. Perché messo com’è messo il mondo, e ovviamente è colpa di Amoris Laetitia, che il sesso possa essere davvero la chiave per rilanciare la demografia, forse non ci crediamo nemmeno noi. Ma che possa far tirare l’economia 4.0, su questo siamo ottimisti.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"