Maurizio Crozza (foto LaPresse)

Ineluttabile come settembre, arriva la legge di Crozza: “Se se n'è accorto lui, è banale”

Maurizio Crippa

La battuta è facile, lo slogan orecchiabile. Ma l’abbiamo sentita in tutti i bar

Esistono regole non scritte ma ineluttabili, come l’arrivo del primo temporale di settembre, alla faccia del climate change. Leggi indiscutibili, di un solo articolo, come le leggi di Murphy (“se una cosa può andare storta, lo farà”). Una di queste leggi, autunnale come il cambio di palinsesto, fissa come una tavola periodica, è la seguente: “Se se n’è accorto Crozza, è già banale”. Il capocomico della satira unificata, per quanto ormai dislocato su un numero laterale e diverso dal 7, ritorna inesorabile e inserisce nella sua collezione di imitazioni (i pelati gli vengono più naturali) il capo del Viminale, il coriaceo Minniti. “Se noi del Pd vogliamo vincere le elezioni, c’è un solo modo: non possiamo lasciare il fascismo ai fascisti”. La battuta è facile, lo slogan orecchiabile. Ma l’abbiamo sentita in tutti i bar, l’avrà fatta forse anche Gad Lerner, alla riunione di redazione di Nigrizia. Per l’appunto, è già diventata banale. Assieme a tutte le sue varianti in corso d’opera, “la parola spezziamo le braccia ai migranti non possiamo lasciarla alla destra”, “la sfida a noi di sinistra nei prossimi dieci anni è come farsi passare il dispiacere”. Non è che non faccia sorridere, l’idea che Minniti possa far sorridere. Ma è la risata di un nuovo conformismo, senza sorprese. L’autunno è arrivato.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"