Viktor Orbán (foto LaPresse)

Sarebbe il Pd, ma sembra il gruppo di Visegrad

Maurizio Crippa

Dal post del consigliere di Ancona su Carlo Giuliani a Orfini sulla mafia a Roma. Se preferite questa deriva, chiamate Orbán. O almeno Spicer, pare sia libero

Ha confessato che sì, “il mio carattere è un problema enorme” (“appunto, Matte’”, gli hanno risposto). Ma siccome è il capo, il problema è il buon esempio. E aveva iniziato lui lo sbrocco, con quell’“aiutiamoli a casa loro” che manco la Le Pen, parlandone da viva. E una volta che hai tolto il tappo, hai voglia a rimettere il dentifricio nel tubetto. Così salta fuori da Facebook (da dove, sennò?) questo Diego Urbisaglia, consigliere del Pd ad Ancona, e spara, come manco un Le Pen padre quando si occupava di algerini: “Se ci fosse mio figlio dentro quella campagnola gli griderei di sparare e di prendere bene la mira…”. Quasi in contemporanea arriva il genio senza limiti di Matteo Orfini, che del Pd sarebbe il presidente. Hanno appena preso una randellata sui denti, gli ultras di Mafia Capitale, ma lui manco fosse Genny ’a carogna fa il tifoso: “Lo dico da romano innamorato della mia città: a Roma la mafia c’è. Ed è forte e radicata”. Dopo che il suo partito è riuscito a far fuori con metodi grilleschi da antimafia chiodata il suo stesso sindaco, il noto Sottomarino, con la scusa di una bottiglia di Vintage Tunina. E a far perdere malamente pure il Giachetti in motoretta, per dire la lungimiranza del tifo. E sarebbe, insomma, il Pd: ma sembra il gruppo di Visegrad. Restituirci @nomfup no, eh? Sennò, se preferite questa deriva, chiamate Orbán. O almeno Spicer, pare sia libero.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"