Il tribalismo che non è solo italiano visto dal Corriere.it

Maurizio Crippa

L'homepage del sito del quotidiano grazie alla cura Cairo si sta trasformando in un tabloid tendenza pulp fiction

Il disgraziato ubriaco sul furgone che ha inseguito per strada due su una moto e ha ammazzato una ragazza, e ovviamente non è omicidio “stradale”. Mica è l’unica notizia. Riporto, per comodità, da una sola schermata della homepage di Corriere.it, che grazie alla cura Cairo sta vieppiù trasformandosi in un tabloid tendenza pulp fiction a metà tra la Notte di Nino Nutrizio e Cronaca vera. Comunque: “Bari, picchiata a morte dal compagno: ‘Non aveva lavato i piatti’”. “Milano, tenta di strappare neonata dalle braccia della mamma: donna fermata”, ma soltanto dopo avere rischiato il regolamentare “linciaggio”, che non guasta mai. Penserete che sia colpa di questo paese premoderno, cupo di violenze ancestrali. Un posto dove un brav’uomo come Emanuele Fiano non fa in tempo a buttar giù una leggina contro l’apologia di fascismo, che spunta la spiaggia fascista (e menomale che c’è Rep.). Un paese dove staccano la testa al busto di Falcone, mentre quelli stanno a occuparsi della corruzione antimafia. Epperò, sempre sull’imprescindibile Corriere.it, c’è un video titolato: “Airbnb, lascia in ritardo la casa. E il proprietario la fa volare dalle scale. E’ successo a Amsterdam”. Video, capite? “La donna ha riportato lesioni interne. L’uomo è stato arrestato”. E così almeno sappiamo questo: anche chi non vive in Italia, anzi lavora con il non plus ultra del global Airbnb, riesce a essere tribale quanto noi. E pensate se la malcapitata ritardataria avesse avuto sotto casa ad attenderla una macchina di Uber, che fine rischiava di fare.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"