Il Brennero, o la Fortezza Bastiani impazzita in loop

Maurizio Crippa

Al confine non c’era niente. Né carri armati asburgici né migranti, come ci assicuravano con effetto ipnotico le breaking news

Nelle redazioni c’è sempre una tv accesa in qualche stanza, volume basso, più che altro in memoria di quando noi della carta stampata si pendeva dalle breaking news della Cnn e non dai social. Ma è come spostare un quadro, è il conforto di un parente autorevole che sta lì e ti guarda, seppure non lo guardi. Così c’è sempre uno schermo sui canali delle news 24. Succede anche a casa, ma mica tutti sono giornalisti, loro quando si rendono conto, swicciano. Ieri ad esempio, ogni volta che passavo dalla stanza con la tv accesa, c’era sempre la stessa inviata (valorosa collega, va da sé) che era lì al Brennero, sotto il cielo di smalto cobalto del confine, vicino alla mitica sbarra che non si usa più, come la tv. Ad assicurare collegamento dopo collegamento – l’effetto loop è ipnotico – che non c’era niente. Che non c’erano i carri armati asburgici; ma nemmeno i migranti (che in effetti di solito non passano da lì) e nemmeno i fanti, intesi quelli che per antica tradizione risalgono dal Piave. Non c’era niente, non accadeva niente, e ogni valoroso inviato di ogni valoroso tg 24 era lì, in loop, a confermarcelo. Tanto che ieri sera, vinti dalla noia e noi dai fanti, anche gli austriacanti hanno fatto sapere: non ci sono truppe al confine. “Capo, qui non succede niente”. “Perfetto, vai e titola: tragico vuoto”: è forse la più bella vignetta di Altan. Ma siccome non tutti sono giornalisti, ma tutti siamo umani, l’effetto di quelle immagini aveva un sovrappiù di esistenziale. Era la Fortezza Bastiani, nel sospeso formato delle breaking news.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"