Andrà bene così, Charlie

Maurizio Crippa

I figli non sono nostri, assolutamente mai, non sono nati nemmeno per farci compagnia. Hanno un destino loro, ed è buono

Dell’assurdità giuridica di giudici che si arrogano il diritto di stabilire che il “best interest” di Charlie Gard sia quello di morire, persino a fronte di una residuale possibilità di cura e della volontà di chi ne ha la responsabilità di cura, s’è detto tutto ed è inoppugnabile. Ora che di Charlie si sono accorti persino Grillo, persino le homepage fino a ieri distratte, ora che il cerchiobottismo di monsignor Paglia ha detto la sua, non viene nemmeno voglia di parlarne.

 

Ma ci sono i genitori, e quale strazio più grande? Lo strazio impotente dei genitori davanti al dolore di un figlio, lo può capire solo chi l’ha conosciuto; o lo si può solo intuire, ma bisogna togliersi dall’inutile mainstream delle opposte dottrine. Questi genitori impotenti vogliono curare un figlio. Non so se siano agnostici o religiosi, e nel caso di quale fede. Ma c’è un'evidenza, che riguarda tutti. Questo figlio potrebbe morire comunque, e contro ogni speranza di cura. È un amore più grande volerlo tenere qui, ancora un po’, o lasciarlo andare? I figli non sono nostri, assolutamente mai, non sono nati nemmeno per farci compagnia. Hanno un destino loro, ed è buono. Bisogna avere l’amore di lasciarli andare. È la paura nostra che andranno nel grande Nulla a farci tremare. Ma non è così. Non è per questo che sono nati: è così evidente. Sono nati per la loro piena felicità. Charlie, ma forse non ora, un giorno andrà nella casa del Padre, nelle braccia del Padre nostro che sei nei Cieli. Ce lo porteranno i santi Angeli. E sarà più felice che se fosse vissuto. Andrà bene così, Charlie.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"