LaPresse/PA

“Prima era tutto più bello, la musica e i rami”. Agota Kristof, casualmente

Maurizio Crippa

Le parole della scrittrice ungherese, prestate al dolore per l'attentato di Manchester 

"Piango la perdita dei miei fratelli, dei miei genitori, della nostra casa, che ormai è abitata da stranieri.

Piango soprattutto la mia perduta libertà.

Piango anche la mia infanzia, di tutti e tre, di Yano, di Tila e la mia.

Sono svanite le corse a piedi nudi per il bosco sulla terra umida fino alla ‘roccia blu’; svaniti gli alberi su cui arrampicarsi, da cui cadere quando un ramo marcio si rompe; svanito anche Yano che mi aiuta a rialzarmi; svanite le passeggiate notturne sui tetti; svanito Tila che va a fare la spia alla mamma.

Leggo ancora un po’, se ho qualcosa da leggere, alla luce del lampione, poi, mentre mi addormento tra le lacrime, nascono delle frasi nella notte. Mi girano attorno, bisbigliando, prendono un ritmo, delle rime, cantano, diventano poesie:

Prima era più tutto più bello,

la musica e i rami

il vento tra i miei capelli

e nelle tue mani

protese

il Sole”.

    

Non piangeva una morte di ragazze per bomba, Agota Kristof in queste frasi secche e dolenti. Piangeva la sua propria libertà di ragazza persa in un collegio. Posto più brutto di un concerto, o così pensiamo. Un librino vecchio, pieno di vita e dolori. Lo stavo leggendo, casualmente, ieri notte. Quando un messaggio sullo smartphone mi ha avvertito. Casualmente.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"