Morgan (foto LaPresse)

Ad Amici era meglio quel bullo di Morgan che Saviano

Maurizio Crippa

Il cantante via dal talent show di Maria De Filippi dove arriva, come un prof giovane adulto, l'uomo che scarta la Achmatova come fosse un bacio Perugina

Gramellini c’insegna, e come c’insegna Gramellini, diciamolo, non c’insegna nessuno. Persino un po’ pedante, come un prof del liceo all’ora buca, che si preferirebbe un caffè. Però l’ha sistemato, Morgan. Morgan rimasto senza Amici. O meglio l’ha difeso e l’ha sistemato insieme, perché così si fa, se sei un giornalone. E se invece sei soltanto Morgan, che sei un grande artigiano della musica e un maestro spettinato dei talent show, non è che puoi andare ad Amici (hai firmato un contratto, no?), che è la tv dei ragazzi musicali industriali, e pretendere di averla vinta. Con i ragazzi. E con Maria. Perché lì c’è la Maria, la De Filippi, che sta alla tv giovanilista generalista come Grillo sta alla politica. Come colei che regna e forgia, la regina del populismo musical-didattico. Però poi. Morgan sarà pure Morgan, e conosco qualcuno che l’ha sentito in concerto per quattro ore di fila, e magari sarà pure un rompicoglioni. Ma se la Maria, ad Amici, al posto di Morgan, chiama Saviano, Roberto Saviano. Saviano che arriva come un prof giovane adulto “per misurarmi con un pubblico molto giovane che non è facile intercettare in tv e che intercetto sul web”. Saviano che scarta la Achmatova (la cultura ha da essere alta) come fosse un bacio Perugina, “ho smesso di sorridere”, per parlare del dramma del bullismo. Beh, allora in tv era meglio tenersi quel bullo di Morgan. Che almeno i baci Perugina non li mangia. O anche, diciamolo dal cuore, quel prof di Gramellini.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"