Il ministro Valeria Fedeli (foto LaPresse)

Fedeli studi linguistica, invece di fare il sindacalisto donna

Maurizio Crippa

Valeria Fedeli ha ripreso (sorridendo, per carità) un giornalista. “Riesco a dirle di chiamarmi ministra? No? è complicato…”

Se Fedeli studiasse linguistica, invece di fare il sindacalisto donna nel giorno in cui Trump ha scoperto il potere di pigiare il pulsante “bomb”, che grosso modo equivale alla scoperta dei bambini maschi di potersi toccare il pisello (gender matters, in politica), è chiaro che occuparsi della titolare (o titolaressa?) della Pubblica istruzione e dei suoi vezzi da improvvisata linguista (il maschile sarà linguisto?) di genere appaia irrilevante. Ma la ex sindacalista (femminile di “sindacalisto”?) del tessile inopinatamente approdata senza laurea (è una donna, per i maschi ripristineremo il primigenio lauro) a Viale Trastevere annoia. E basta. Valeria Fedeli ha ripreso (sorridendo, per carità) un giornalista. “Riesco a dirle di chiamarmi ministra? No? è complicato…”. Non è che sia complicato, è che si vorrebbe evitare di spiegare sempre che in italiano il maschile ha assorbito il genere neutro, che esistono pure gli invariabili in “a” (giornalista) e che nomi legati alle cariche declinano in un maschile che è neutro, o perché si riferiscono a un dicastero (volete la dicastera?). Basterebbe aver studiato. Vero è che la Crusca sostiene che laddove si possa utilizzare il morfema portatore dell’informazione sessuale corretta è meglio farlo (maestro e maestra). Ci limitiamo ad annotare che per la Crusca era geniale persino “petaloso”, ormai è un’accademia scaduta al livello di inattendibilità di un’Antimafia qualsiasi. Stefania Prestigiacomo preferiva essere chiamata signora ministro. Mica era una sindacalista, lei.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"