Gianfranco Fini (foto LaPresse)

Cainite a destra

Maurizio Crippa

Ieri i tre giornali di destra – Giornale, Libero e la Verità – hanno aperto come se il caso Tulliani fosse uno scoop mondiale. Perché?

Occuparsi di cose residuali, nel giorno in cui The Donald e Theresa minacciano di bannare a terra i computer di mezzo medioriente, è una forma di dissipazione irresistibile. Tornare a occuparsi dell’affaire Fini in Tulliani, ha un fascino perverso. Epperò, forse, finisce per spiegare qualcosa di quel che è diventata, oppure è rimasta, la destra italiana. Ieri i tre giornali d’area che si dividono fratricidi il pubblico di riferimento – Giornale, Libero e la Verità – hanno aperto come se fosse uno scoop mondiale sul caso. E solo loro. “Arrestano il cognato di Fini”, è il titolo più neutrale (Feltri). “Fini riciclatore seriale”, picchia Sallusti. “Fiumi di denaro sporco su Fini”, è il grand giugnol di Belpietro. La cosa più moderata che hanno scritto, sul Gianfranco, di Sallusti: “E’ stato un coglione a tutto tondo”. Belpietro ci ha fatto le prime tre pagine.

 

 

Ora, il caso è ghiotto per un pubblico-elettore rancoroso, che a Fini non ha perdonato mai né il tradimento del Cav., né prima quella sciacquata di storia a Fiuggi. Ma di attuale, che c’è? Che importa, alle prossime elezioni targate Grillo, di questo rimestare vendicativo nella bara (politica) della destra che fu? La cainite, tra fratelli coltelli e fratelli d’Italia, è un mal di stomaco. Meglio farsi prescrivere una vacanza rilassante, come la Raggi. No?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"