Gigi D'Alessio (Foto LaPresse)

Se pure Gigi D'Alessio è pronto per il Congresso del Pd

Maurizio Crippa

Le esternazioni del cantante napoletano dopo l'eliminazione da Sanremo

Poi siamo sempre lì, “in questo benedetto, assurdo Belpaese”, come cantava quello, che però a Sanremo non ci andava. Siamo sempre lì, nel paese dei rosiconi e dei vecchi, a vedere chi vince la partita tra rottamatori e rottamati. Prendete Gigi D’Alessio, come dire la melodia del passato che non passa. L’hanno fatto fuori, la presa con filosofia: è andato dal Financial Times del settore, inteso Chi, e ha esternato (termine d’antan). “A Sanremo non è stato fatto fuori D’Alessio, è stata fatta fuori una categoria di cantanti. Qual è la motivazione, quella di far vincere i giovani?”. Ci hanno usati come esche, a noi dell’altra èra geologica. Se no col piffero che facevano undici milioni, con quelli dei talent (che è un’opinione come un’altra, ma l’ha detta al Financial Times).

 

Hanno salvato la Mannoia (sottinteso che è vecchia pure lei), sì, ma “la giuria di qualità è normale che salvi la Mannoia, perché fa figo”. E poi se fra i giurati “c’è Paolo Genovese, il regista di Perfetti sconosciuti e la colonna sonora è di Fiorella Mannoia, vorrà dire che gli piacerà, no?”. E poi: “Le cose che a 20 anni non capivi, a 50 le capisci e non è che posso ingoiare tutto, ho deciso che se devo mandare affanculo qualcuno lo faccio. Non sono rimasto contento nei confronti del sistema Sanremo”. Così, a leggere, i casi sono evidentemente due. O anche Gigi D’Alessio, come direbbe il suo omonimo Di Maio, è un servitore dello stato e andrebbe rispettato. O invece che a Sanremo, credeva di stare al Congresso del Pd.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"