Francesco Gabbani a Sanremo 2017 (foto LaPresse)

Non uccidete Gabbani, lui credeva di essere alla Leopolda

Maurizio Crippa

Sarebbe stato perfetto, un’èra politica fa

Per Rolling Stone “Gabbani balla, è uno spettacolo imbarazzante, inglorioso”. È “mood un po’ Battiato ma brutto… niente sostanza, nessunissima, parole a caso, balletti a caso: horror”. Nei tuìt, più insulti al maglione che alla sua scimmia nuda. Ma che ne sanno loro? Forse invece vincerà. E in ogni caso la colpa non è sua. Lui è arrivato in quota “giovane ironico intelligente”, un dovere nazional-culturale di Sanremo, ma la cristicchizzazione ogni anno perde un punto di QI. È arrivato perculando Desmond Morris, ritmando versi appiattiti e scafati, “la folla grida un mantra / l’evoluzione inciampa / la scimmia nuda balla”. Con le sue epistemologie post veritiere, “tutti tuttologi col web / coca dei popoli / oppio dei poveri”. Col suo disincanto rottomante, “comunque vada panta rei / and singing in the rain”. Sarebbe stato perfetto, un’èra politica fa. Avrebbe fatto un figurone, anni fa. Quando c’erano le motorette tra i cento tavoli e gli iPad sembravano il futuro. E i titoli “Big Bang” e “Viva l’Italia Viva”. Lì sì che Gabbani avrebbe fatto la figura di intellò, col suo smartissimo “occidentali’s Karma / la scimmia nuda balla”. All’epoca in cui Matteo diceva “sono più grillino io, di Grillo”. Ma non è colpa sua, a confondergli le idee c’era pure Paola Turci, che non ha l’età, però era vestita come la Boschi ante referendum. I Beatles cantavano “ognuno ha qualcosa da nascondere, tranne me e la mia scimmia”. A lui hanno nascosto il Nazareno, pensava di essere alla Leopolda.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"