Roberto Fico, primo ministro della Slovacchia (foto di Wikipedia)

E il populista slovacco gridò: basta referendum, per carità!

Maurizio Crippa

“Vi chiedo di smetterla con queste avventure, come il referendum britannico e quello italiano, che riguardano argomenti nazionali ma che pongono una minaccia all’Unione europea”, ha detto il primo ministro della Slovacchia

Lui si chiama Robert Fico, e a noi provinciali scatta l’assonanza con il grillino da Vigilanza, e ci vien voglia di liquidarlo come un populista a oltranza, di quelli un po’ rossi e un po’ bruni, orbi alla bella politica come un qualsiasi Orbán. Ma poi, però. Poi però bisogna riflettere che invece è il primo ministro slovacco – di questi tempi non è che conti molto meno del nostro Conte Felpato – ed è uno che sa il fatto suo. Era nel Partito comunista cecoslovacco, poi ha fondato un suo partito socialdemocratico. Infine ha svoltato decisamente verso il nuovo mainstream europeo: il populismo duro e puro, di destra ma anche di sinistra, epperò anche furbo come certi contadini: quelli che badano al sodo, e alla democrazia danno quel che merita. Dei calcioni. Così, lunedì, il primo ministro della Slovacchia ha lanciato ai colleghi leader europei un appello piuttosto inusuale nel tono, e innovativo nel contenuto. Ma forse, forse, per nulla scemo: li ha invitati a bloccare, per carità!, qualsiasi referendum, di qualsiasi tipo: “Vi chiedo di smetterla con queste avventure, come il referendum britannico e quello italiano, che riguardano argomenti nazionali ma che pongono una minaccia all’Unione europea”. E così, il leader populista che taglia le unghie al popolo, manco fosse un sicario delle élite, in nome di quel che resta del barcone europeo, è una delle metafore più folli, e azzeccate, del quadro politico mondiale. Ma anche nazionale.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"