Samuel Eto’o (foto LaPresse)

La tangentopoli del Barça e qualche domanda politica

Maurizio Crippa

Lui è stato uno degli attaccanti più forti di sempre, e il più grande giocatore d’Africa, e sarà sempre nei nostri cuori ammalati di Triplete

Lui è stato uno degli attaccanti più forti di sempre, e il più grande giocatore d’Africa, e sarà sempre nei nostri cuori ammalati di Triplete. Arrivò dal Camerun ragazzino, in calzoncini corti e con un sacchetto di plastica, e siccome è un uomo intelligente, capisce il mondo, di sé ha sempre detto: “Corro tutto il giorno come un nero per poter vivere da bianco”. Che adesso Samuel Eto’o rischi dieci anni e mezzo (manco un Cosentino) e 14 milioni di euro di multa per evasione fiscale (3,5 milioni di euro) quando giocava al Barça è notizia. Dopo che Leo Messi e babbo hanno beccato 21 mesi per lo stesso reato (4 milioni), con Alexis Sanchez che rischia per un milione e con Neymar che rischia due anni di carcere e 10 milioni per frode e corruzione relative al suo stratosferico trasferimento dal Brasile, la faccenda di Eto’o è di quelle che, come si dice, fa fare un salto di qualità al sistema. Perché delle due l’una. O il Barcellona, il mitico simbolo sportivo della Catalogna indipendenstista che è sempre stato “més que un club” s’è trasformato negli anni in un paradiso fiscale che le Isole Cayman al confronto sono una casella del Monopoli, e nessuno se n’era accorto. Oppure il modello supersonico di calcio intellettuale e insieme stile di vita costruito da gente della stazza di Johan Cruijff è andato, come il mitico 14, a farsi benedire. Tradito, liquefatto, transustanziato dal calcio business globale che parla finanza cinese, o qatariota. E forse qualcuno, a Madrid, s’è rotto las pelotas.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"